Non tutti sanno che i prodotti di conceria derivano dalle pelli di animali destinati al macello, rappresentando quindi un sottoprodotto dell’industria alimentare. In questo senso, il ciclo di lavorazione della pelle è uno dei più antichi esempi di recupero e valorizzazione di un sottoprodotto.

 

La concia è uno dei primissimi (se non il primo) esempi di economia circolare nella storia dell’uomo. Sin dalla preistoria l’uomo si accorse che poteva utilizzare la pelle degli animali che cacciava per coprirsi.
Cosi come allora, le pelli che noi utilizziamo sono un recupero dell’industria alimentare. Questo comporta un “riciclo” e una nobilitazione di un prodotto che altrimenti andrebbe smaltito come un rifiuto con il conseguente costo ambientale.

 

Sappiamo tutti che la Conceria è il luogo in cui le pelli vengono trattate e trasformate in prodotti finiti, pronti per la lavorazione.
Ma cosa succede esattamente in una conceria? Quali sono le tecnologie utilizzate nelle varie fasi della lavorazione? Abbiamo preparato per voi un breve vademecum per capire meglio il complesso mondo dell’arte conciaria. Buona lettura!

La conceria può essere considerata una vera e propria arte, che trasforma una pelle putrescibile in prodotto finito imputrescibile e molto duraturo.
La complessità della lavorazione della pelle da prodotto grezzo a prodotto finito può essere riassunta in alcuni step di trasformazione, che prevedono trattamenti di tipo chimico, fisico e meccanico e che portano dalla pelle fresca al prodotto finito.

Curiosi? Ve li spieghiamo qui.

 

Pelle fresca
Il prodotto iniziale è la pelle fresca, che viene asportata e sottoposta ai primi trattamenti di conservazione.
La pelle viene essiccata (se di piccola taglia e di spessore modesto) o salata con sale marino (trattamento riservato a pelli più grandi). Si ottiene così la pelle grezza, che può presentare numerosi difetti preesistenti, come lesioni da parassiti, da scornature, marchi a fuoco, o difetti di scortico, come tagli o buchi.

2. Grezzo
Sulla pelle grezza hanno inizio i trattamenti detti “di riviera”, che precedono la concia vera e propria e che preparano la pelle alle condizioni opportune per ricevere le sostanze concianti.
Con l’ausilio di apposite macchine, il grezzo viene sottoposto a dissalatura e a una prima rifilatura (per sagomare la pelle).

Le fasi successive sono:

  • Rinverdimento: Si asporta la sporcizia dalle pelli, che vengono lavate con molta acqua e appositi prodotti chimici a 25°C in appositi contenitori detti bottali.
  • Calcinaio: Con l’utilizzo di calce e di altre soluzioni chimiche (come solfuro e solfidrato di sodio) si favorisce l’apertura e il rilassamento del tessuto dermico, per renderlo più assorbente.
  • Depilazione: Si rimuovono epidermide e peli.
  • Scarnatura: Si passa dai bottali a particolari macchine che eliminano i residui di carne e grasso dal “carniccio”, lo strato sottocutaneo.
  • Decalcinazione: Si rimuove dalla pelle gran parte della calce usata nei processi precedenti, riducendo il pH grazie ad acidi forti e deboli e altre sostanze.
  • Macerazione: Si permette l’apertura delle fibre non completata in fase di calcinaio, eliminando le proteine elastiche che tengono unite le fibre attraverso enzimi che agiscono in maniera specifica su di esse.
  • Sgrassaggio: Questa operazione si esegue solo su pelli molto grasse (es. suine e ovine) per eliminare le sostanze grasse naturali dagli stati superficiali.
  • Pickel: Con acidi e cloruro di sodio (il popolare sale da cucina) si completa la decalcinazione e si blocca completamente il processo di macerazione, portando la pelle a un pH adatto per la successiva fase di concia.


3. Piclato
Si arriva così a un semilavorato che prende il nome dall’ultima delle fasi descritte, il Pickel.
A questo punto hanno inizio le fasi seguenti:

  • Concia: Non è un caso se il nome di questa fase è stato trasferito all’intero processo; la concia, infatti, è il passaggio in cui si stabilizza in maniera irreversibile la pelle, formando legami trasversali stabili tra le catene del collagene e favorendo il consolidamento che darà alla pelle le tipiche carattteristiche di resistenza ai processi di degradazione oltre che di resistenza meccanica, all’umidità, alla temperatura e agli agenti chimici.
    Le tipologie di concia si distinguono in base al conciante utilizzato, che può essere inorganico (conce minerali, in cui il metallo più comunemente utilizzato è il cromo) o organico (in cui si usano tannini, olio, aldeidi…).
    Le fasi che prendiamo in considerazione qui sono quelle relative alla concia al cromo, da cui si ricava il Wet Blue, il prodotto che viene poi lavorato in Conceria Stefania.
  • Pressatura: Serve a pressare e distendere la pelle, che viene compressa in un sistema di cilindri rotanti; si rimuove così l’eccesso di liquido trattenuto dalla pelle in fase di concia.
  • Spaccatura: In caso di pelli pesanti e spesse, si separa il “fiore” (lo strato del derma, più sottile e omogeneo, destinato alle lavorazioni più nobili) dalla “crosta” (parte interna, che sarà sottoposta a processi diversi di lavorazione).
  • Rasatura: Un’apposita macchina rasatrice fa sì che si ottenga uno spessore uniforme su tutta la pelle.


4. Wet-blue
A questo punto abbiamo tra le mani un materiale non più putrescibile, intermedio e già commercializzabile, chiamato wet-blue per il colore azzurrino che lo caratterizza. È proprio da qui che partono i processi di trasformazione che attuiamo in Conceria Stefania. Vediamoli nel dettaglio.

  • Riconcia: Si fanno assorbire alla pelle ulteriori sostanze concianti e riempienti che conferiscono al prodotto il desiderato grado di morbidezza, resistenza ecc.
  • Tintura: Le pelli vengono tinte con i colori desiderati in bottali chiusi e rotanti, immerse in una soluzione di acqua calda e colorante sciolto in essa; la gamma dei coloranti è vastissima e comprende le composizioni chimiche più diverse.
  • Ingrasso: Questa fase, effettuata sempre nei bottali, conferisce al cuoio le caratteristiche di morbidezza e idrofobicità, migliorandone inoltre le qualità meccaniche in genere; si usano oli e grassi di origine organica (animale e vegetale) o inorganica (oli sintentici e minerali).
  • Messa a vento e essiccatura: Le pelli vengono sottoposte ad asciugatura tramite diversi metodi; in Conceria Stefania vengono prima poggiate una sull’altra e fatte riposare su apposite strutture di legno o acciaio dette “cavalletti”; vengono poi passate in un macchinario a cilindri che le “spreme”, eliminando l’acqua in eccesso, e poi appese una per una a una catena sospesa (il cosiddetto “tunnel di essiccazione”) che ne permette l’asciugatura uniforme, quindi sono pronte alla lavorazione successiva.


5. Crust
Si ottiene così un prodotto chiamato in gergo crust, che presenta ormai importanti proprietà strutturali come l’idrorepellenza, la permeabilità ai gas, la resistenza al calore, alle abrasioni etc.; resta da migliorarne l’aspetto, per conferire alla pelle tutte le caratteristiche desiderate in merito a colore, lucentezza, flessibilità, solidità attraverso opportuni processi di rifinizione.

In breve:

  • Palissonatura, follonaggio e smerigliatura: La pelle viene snervata, schiacciandola tra due supporti con risalti e incavi contrapposti e bottali con opportune sporgenze interne; la smerigliatura rende uniforme la superficie facendo passare la pelle tra due cilindri (uno dei quali con superficie abrasiva).
  • Spalmatura: Con una speciale macchina a rulli (la spalmatrice, appunto), si applicano sulla pelle sostanze chimiche di varia natura che, dopo l’essiccamento, formano un film con le caratteristiche desiderate di solidità, elasticità, trasparenza e traspirabilità.
  • Spruzzatura: Grazie a un sistema automatico di pistole ad aria compressa, la vernice viene “sparata” sulle pelli disposte su nastri trasportatori all’interno di apposite cabine.
  • Stiratura: Le pelli vengono passate in presse rotative con lo scopo di stirarle, stendere le pieghe e ammorbidirle.
  • Lucidatura: Un cilindro a vetro scorre sulla superficie della pelle (dal lato del fiore) per far fissare i prodotti di rifinizione tramite la forte pressione esercitata; il prodotto assume così la brillantezza desiderata.


6. Prodotto finito
Le ultime, importantissime fasi sono quelle della scelta e della misurazione, che servono a classificare le pelli finite in base alla perfezione del prodotto; queste operazioni sono demandate all’esperienza degli addetti, che valutano le pelli a mano e le separano in base alla qualità e alle destinazioni finali.